domenica 4 settembre 2011

Il primo giro: ciclopista del Brenta e il giro delle Dolomiti


Ormai sono tornato quasi due settimane fa, è ora di raccontare un po' com'è andata... ho messo un paio di foto (di pessima qualità) il primo e il secondo giorno, poi ero troppo impegnato a godermi il viaggio.

Da Cittadella a Trento per la ciclabile del Brenta e poi da Brunico a Calalzo di Cadore via Dobbiaco e Cortina lungo la ciclabile delle Dolomiti: il mio primo (anche se piccolo) viaggio in bici.
Intanto le foto sono qui.

Primo giorno
Partenza da Cittadella verso Bassano del Grappa per poi seguire la ciclabile del Brenta fino a Caldonazzo (dove ho dormito in camping la prima notte): totale 115 km a causa di una deviazione di una decina di km alla partenza. In effetti il mio programma era quello di fare esattamente il giro opposto. Perso l'unico treno della mattina che andava a Calalzo ho deciso di iniziare dalla fine e andare verso Trento per fare il percorso al contrario.
Molto caldo, ma la ciclabile del Brenta è veramente bella: sono circa 300 m di dislivello in un'ottantina di km, quindi è semplice anche se si fa in salita. Le foto sono il modo migliore per descriverla. La vera ciclabile parte dal ristorante Il Cornale (poco prima di Primolano),
ma già il tratto di strada da Bassano alla partenza della ciclabile, parallelo alla SS47, ma dalla parte opposta del brenta, è molto tranquillo: si passano alcuni piccoli centri (il maggiore è Valstagna) tutti in riva al brenta. Imboccata la ciclabile i punti di riferimento sono Tezze Valsugana, Borgo Valsugana (la cittadina più grande, alle 2 del pomeriggio della domenica era popolata solo da ciclisti), Roncegno. Io ho seguito poi per Caldonazzo, mentre era possibile andare anche a Levico e a Pergine Valsugana. L'ultimo tratto si fa tutto in mezzo alle coltivazioni di mele: impressionante il tratto dal bivio verso Caldonazzo fino al centro del paese. Ho rischiato di perdermi in mezzo ad un reticolo di stradine in mezzo ai meleti : un po' per il caldo, un po' per la stanchezza lo ricordo come l'unico momento di preoccupazione del viaggio. Alle quattro ero in campeggio e, dopo una delle docce più apprezzate della mia vita e il montaggio della tenda mi sono rilassato un po' in riva al lago.

Secondo Giorno
Partenza da Caldonazzo: per evitare la statale Valsugana ho fatto il valico di Vigolo Vattaro. Da Caldonazzo una salita abbastanza dura (la prima che facevo con le borse) di poco più di 3 km fino a Bosentino e poi un tratto di falsopiano per iniziare a scendere verso Trento con una rigenerante discesa di una decina di km.
A Trento ho preso il treno: l'intenzione era di arrivare fino a Bressanone, ma a causa del mio arrivo in ritardo alla stazione (perso un treno e due ore di attesa per il successivo) mi sono fatto portare fino a Brunico. Il sistema di trasporto biciclette non è stato il massimo nè per il treno Trento-Fortezza (in cui ho dovuto lasciare la bici davanti ad una porta d'ingresso perchè il vano bici era pieno) nè sul treno della val Pusteria in cui la bici va fissata a fianco a dei sedili pieghevoli (c'erano 5 bici e non si sapeva già più dove metterle).
Partito da Brunico attorno alle 4 del pomeriggio ho fatto i 30 km di pista ciclabile verso Dobbiaco: percorso fantastico, a tratti sterrato e a tratti asfaltato con un dislivello totale di circa 400 m. Consiglio di vedere le foto. Ho fatto la mia prima galleria ciclabile (fuori faceva un caldo bestiale, mentre dentro le galleria si gelava): infatti buona parte del percorso è ricavato sulla vecchia sede della ferrovia.
Dormito nel camping appena dentro Dobbiaco in cui ho trovato per miracolo l'ultima piazzola alle 7 di sera. Wurstel e patatine al ristorante del camping e una passeggiata fino a Villabassa sono state molto rigeneranti.

Terzo e ultimo giorno
Dopo una fantastica colazione a base di ben due fette di torta e un giretto per il paradisiaco centro di Dobbiaco, sono sceso fino alla ferrovia e ho imboccato la ciclabile per Cortina: altri 30 km spettacolari.
Anche questa è in leggera salita (circa 300 m) ma anche questa bellissima: tutto sterrato che a tratti diventa un po' più da mountain bike (per un paio di brevi tratti ho spinto la bici a mano per paura di forare). Si iniziano a vedere man mano le cime più belle dolomiti: il percorso è quasi emozionante.
Arrivati a Cimabanche (1530 m) la strada inizia a scendere lentamente ma costantemente: qui inizia il percorso ricavato sulla sede della ex ferrovia. Si incontrano vecchie stazioni, ponti e gallerie, fino all'ingresso a Cortina in cui il fondo diventa asfaltato. Dopo Cortina continua il vecchio percorso ferroviario e le piccole stazioni restaurate che si incontrano sono molto caratteristiche. Sceso per una quarantina di km (tutti ciclabili, sterrati per brevi tratti), fino a Calazo ho caricato la bici in treno che mi ha portato fino a Castelfranco Veneto, da cui, sempre in bici, sono tornato a casa.

Totale 280 km, peccato per la fretta. Due tratti di ciclabile che consiglio vivamente
Aggiungerò altri particolari appena avrò un po' di tempo: intanto chi vuole vedersi un po' di foto sono tutte qui: foto del viaggio.