lunedì 27 giugno 2011

Preso portabici Thule Clip On High -recensione-


Lavorando a 70 km da casa ho deciso di trasferirmi: durante la settimana vivo in questa cittadina ai piedi delle dolomiti. Qui basta guardarsi attorno per essere colti da un desiderio irrefrenabile di prendere la bici e imboccare la prima stradina che si trova: sicuri che il percorso riserverà qualcosa di bello.
Non potevo permettermi di lasciare in garage la mia bici in attesa di tornare a casa il venerdì sera quando qui me la sarei potuta godere molto di più.
La scelta
Mi sono messo a cercare un portabici per la mia Punto: indeciso tra l'abbinata barre portatutto + portabici da tetto o un unico attrezzo da applicare sulla parte posteriore della macchina solo in caso di necessità. Alla fine ho optato per la seconda soluzione: non sono ancora convinto che questa fosse l'opzione migliore (le barre portatutto sarebbero state utili per molte altre attività come lo snowboard d'inverno o un qualsiasi pomeriggio all'Ikea), ma ricordi di bici penzolanti dal tetto di una macchina davanti a me in autostrada o la visione di macchine e biciclette distrutte perchè il conducente si era dimenticato di avere una bici sopra il tetto mi hanno fatto pensare che, al di là della convenienza, sia sempre meglio avere sotto controllo la situazione, anche dallo specchietto retrovisore.
Una volta scelta la tipologia, dopo essermi fatto tentare per un attimo da un economicissimo portabici a cinghie, adattabile a diverse tipologie di macchina ma poco pratico e abbastanza precario, mi sono fatto indirizzare dal negoziante con cui avevo già passato un paio di mezz'ore a discutere della scelta verso un Thule Clip On High 9105.
Spesa totale 200 €, poco meno di quanto sarebbe costata l'alternativa barre + portabici da tetto.
Montaggio
Il portabici mi è stato consegnato da montare, in uno scatolone con all'interno, ordinatamente riposti e censiti nel manuale d'istruzioni, una cinquantina di componenti (dai pezzi più grandi ai dadi e viti).
Dopo qualche esitazione di fronte a tutto quel materiale mi sono deciso... facendo un piccolo errore: non ho osservato le istruzioni con abbastanza attenzione. Dopo essere giunto, con non poca difficoltà a metà dell'opera mi sono reso conto che avevo messo al contrario uno dei tubolari a cui era attaccato tutto il resto. Smontato il tutto mi sono seduto davanti alle istruzioni verificando che le informazioni c'erano tutte, ma molto condensate: in un'unica immagine (testo quasi assente) c'erano molteplici particolari da osservare.
Una volta capito come leggere questo manuale e, soprattutto, su cosa focalizzare l'attenzione, il lavoro è stato semplice. Totale 3 ore, di cui una e mezza persa all'inizio.
Applicazione
L'applicazione del portabici al portellone posteriore è velocissima: meglio essere in due per evitare il rischio di fare qualche manovra che possa danneggiare la carrozzeria, ma sono riuscito tranquillamente a farlo anche anche da solo. E' molto leggero e manovrabile abbastanza facilmente. Tra gli accessori vengono fornite anche due pellicole da applicare sulla parte superiore del paraurti per proteggere il punto in cui i ganci inferiori fanno presa sul portellone.
L'ancoraggio avviene in due punti sul bordo superiore e due sul bordo inferiore: dopo la regolazione iniziale dei braccetti inferiori il fissaggio è perfetto.
Due tappi di gomma si appoggiano sul lunotto posteriore per dare stabilità al tutto... ATTENZIONE!!! non attivare il tergilunotto altrimenti si spacca la spazzola o il motorino: la Punto ha il tergilunotto che parte automaticamente se c'è il tergicristallo acceso e si innesta la retromarcia.... speriamo bene.
Caricare la bici
Caricare la/le bici (max 2) è ancora più rapido e reso molto agevole dall'altezza accettabile dei binari su cui si appoggiano le ruote. Il fissaggio della bici è assicurato dalle due fascette che legano le ruote ai due binari (regolabili in lungheza) e da una "pinza" che viene serrata attorno ad uno dei tubi del telaio. La pinza che va a prendere la bici più esterna è dotata anche di chiave per scoraggiare eventuali malintenzionati.
La prova
Fin'ora ho fatto una sola prova: 70 km da casa a dove lavoro e dove passo tutta la settimana. Perfetto: non si sente un rumore e non si vede il minimo accenno di vibrazione. Dopo una partenza prudente ho preso sicurezza ed è stato come non averla.
C'è da fare attenzione al fatto che la bici esce di una ventina di cm per parte rispetto alla larghezza della macchine (pericolo per eventuali ciclisti, motociclisti o durante il sorpasso di un altro veicolo). Dovrò poi procurarmi uno di quei cartelli di segnalazione di carichi sporgenti.

Giudizio complessivo
Molto positivo: veloce da montare, caricare, scaricare e smontare, contenuto nelle dimensioni e (per quello che ho potuto sperimentare fin'ora) molto solido.
Probabilmente, se la macchina fosse stata dotata di gancio traino, avrei potuto prendere portabici più capienti ancora... ma, per ora, è lontana la necessità di muovermi con più di due bici.
Unico neo è conseguenza del fatto che si tratta di un accessorio da montare fai da te e adattabile a vari modelli. La qualità del montaggio (e quindi la sicurezza generale) e regolazione è affidata alla capacità dell'utilizzatore: se un mobile dell'Ikea è montato male cadono dei libri o delle pentole, se succede qualcosa al portabici puà volare via una bicicletta (se non tutto quanto) con tutto quello che ne può conseguire. Ma il fatto di avere la situazione sott'occhio dallo specchietto può scongiurare il peggio.

Aggiungo altre foto con qualche particolare in più.



giovedì 23 giugno 2011

non solo bici

Il titolo di questo blog mi è balenato dopo al massimo 2-3 minuti di intenso scervellamento... è andata bene!
In effetti è un titolo abbastanza banale per uno a cui piace andare i bici, ma che rende abbastanza bene la situazione generale in cui mi trovo.
Ho cambiato lavoro da poco più di sei mesi e questo ha avuto una serie di conseguenze in tutti campi della mia vita. Il nuovo lavoro mi ha portato a trasferirmi, almeno durante la settimana, in una cittadina in mezzo ai monti (prima volta che esco di casa, l'università l'ho fatta da pendolare); a lasciare un contratto a tempo indeterminato in un posto che, se mi fossi adattato a fare cose che non mi piacevano, era abbastanza promettente e sicuro; lasciamo perdere le conseguenze in campo sentimentale.
Riassumendo la mia vita ha subito negli ultimi 7 mesi un upgrade: c'è bisogno però di più impegno, più forza di volontà e più dinamismo di prima... c'è da mettersi in gioco, anzi, mi sono già messo in gioco.

Eviterò comunque di soffermarmi in noiose esternazioni dei miei pensieri e tumulti interiori. Voglio provare a raccontare fatti ed esperienze... ed in caso trarne qualche spunto di riflessione.

mercoledì 22 giugno 2011

Partenza

... o meglio, ripartenza. E' la seconda volta che apro un blog.
La prima è stata fallimentare tanto che l'ho chiuso dopo due anni che non lo aggiornavo e, soprattutto, dopo due anni in cui gli unici accessi erano i miei.
Questa volta riprovo con delle idee un po' più concrete... e soprattutto con una passione in più: la bicicletta. Un mezzo che ho usato tantissimo nella mia infanzia/giovinezza: quanti chilometri ho fatto alle superiori, le cuffie della radiolina nelle orecchie e via... 12 km al giorno, quasi con qualsiasi tempo. Poi, a 16 anni i miei mi hanno comprato il motorino ed è finita lì... fino a quasi un anno fa (12 anni dopo) quando, i nuovi ritmi di vita da lavoratore, mi hanno riportato a pensare alla bellezza di muoversi lentamente, all'aria aperta facendo anche un po' di sano movimento.
E così in sei mesi ho rimesso a nuovo una vecchia Mondial di mio papà e ho comprato due biciclette: una da corsa (usata) e una da trekking.
Due obiettivi: il primo è quello di farmi un bel giro di qualche giorno (anche da solo visto il basso interesse da parte dei miei amici) con quella da trekking e l'altro è quello di riuscire a fare il Grappa con quella da corsa.
Spero in questo blog di poter raccontare del raggiungimento di questi due risultati e magari di tanti altri... magari non solo con la bicicletta.

Le idee sono tante, e mi piacerebbe dilungarmi a parlare di tante cose, ma uno dei vincoli che mi sono posto per questo blog è quello di essere sintetico... twitter insegna.