martedì 14 febbraio 2012

Mezzo sacchetto al mese

Ho fatto il conto: sono 4 mesi che abito da solo e in questi quattro mesi ho portato fuori 4 sacchetti di immondizie (quello che viene chiamato secco o indifferenziato). Quattro sacchetti che come volume potrebbero esser stati 2: li ho portati fuori perchè dopo un mese un po' puzzavano.
E' vero, non abito qui sette giorni su sette e ogni tanto mi porto su qualche contenitore di cibo già cucinato, ma la questione non è che non ho prodotto rifiuti: di rifiuti ne ho prodotti, ma il 95% di quello che ho prodotto l'ho differenziato. Direi 35% imballaggi di plastica, 30% carta, 15% umido, 10% vetro (birra), 5% lattine di alluminio e acciaio. Resta un 5% di indifferenziato: imballaggi non di plastica, imballaggi troppo sporchi per essere messi nella differenziata, bastoncini cotonati e poco altro.
Obiettivi di miglioramento:
- ridurre l'utilizzo di prodotti con imballaggio di plastica a favore di prodotti confezionati in contenitori di vetro, alluminio/acciaio o carta (il top sarebbe prodotti sfusi);
- ridurre l'umido: il rifiuto umido è per il 99% cibo. Il cibo gettato è sempre uno spreco. Quindi l'obiettivo è quello di "ottimizzare" le mie colazioni e le mie cene (pranzo in mensa) per evitare che qualche alimento deperisca. C'è la controindicazione che in qualche caso si mangia la stessa cosa due o tre volte di seguito (soprattutto se si abita da soli), ma questo spinge ad usare la fantasia in cucina e preparare la stessa pietanza in modi diversi. Non sarebbe il massimo mangiare di più per finire prima l'alimento che deperisce: anche questo è, a modo suo, uno spreco e, oltretutto, ingrassa;
- fare più attenzione alla riciclabilità degli imballaggi dei prodotti che acquisto;

Inoltre ci vorrebero dei servizi che sarebbero molto utili:
- ad esempio mi "piange il cuore" ogni volta che getto una bottiglia di vetro nella campana: bottiglie perfettamente integre che basterebbe lavare e disinfettare. In Germania, ad esempio, per tutti i contenitori di vetro c'è una cauzione che viene restituita al momento del conferimento del vuoto a rendere.
- i distributori di prodotti sfusi sono ancora troppo pochi
- nei luoghi pubblici spesso non c'è la possibilità di gettare un rifiuto nel bidone appropriato e, dove questi bidoni ci sono, sono alla portata della pigrizia degli incivili e spesso diventano ingestibili.

Ci sarebbero molte altre idee... quello che ho dimostrato in poche righe è che una vita a rifiuto zero è sicuramente avvicinabile. E chiunque può tentare di arrivarci: a vantaggio della riduzione del numero delle discariche e degli inceneritori.

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